famiglie nobili calabresi

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Il figlio Nicola, terzo Marchese di Sitizano, sposò Luisa Sanseverino dei principi di Bisignano da cui discende l’attuale ramo. L. 37 in Ibidem, pp. Il  24 settembre del 1707, il vescovo permette a Don Antonio Guarrisi-Guerrisi, di costruire la chiesa dedicata a Maria SS. uardanti la famiglia dei Ruffo di Calabria risalgono all’anno Mille, nella Chronica Monasterii Casinensis di Leone Ostiense si legge infatti della già menzionata alleanza tra l’imperatore d’Oriente e le famiglie Ruffo e Giuliani per recuperare la Calabria e la Puglia ai bizantini. In Provenza assieme al fratello Carlo verso il 1347, fu ciambellano della Regina Giovanna I di Napoli. Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Facebook. A cura di Pantaleone Sergi; Famiglie Nobili Rossanesi; libri sulla nobiltà; Giornali – Riviste; altri giornali; Archivio Storico per la Calabria e la Lucania; BiASA – Periodici Italiani Digitalizzati; Calabria Letteraria; Gioventù Calabrese… Nell’anno del Signore 1787, il 25 del mese di gennaio, io Don Nicola Antonio Montiglia (Coadiutore in questa chiesa parrocchiale di Santa Marina nel paese di Polistena unisco in matrimonio Donna Pasqualina Guerrisi (fu Dot. A Polistena nel 1726 si trovava la chiesa di Santo Milano Episcopo (distrutta dal Terremoto del 1783), fondata dal Marchese Giovanni Domenico Milano. Alla pari della precedente, anche questa ipotesi genealogica non è suffragata da documentazione storica e può considerarsi nient'altro che una vulgata familiare. Ubertini stemma. Ugolino magrini famiglia. I Milano ottennero inoltre anche la contea di Albine e Mazzalaves, e tra i marchesati quello di Postiglione, eredità della famiglia de Franco, quello di San Giorgio di Polistena, di San Giovanni a Peduccio e il principato di Ardore. ( Chiudi sessione /  Francesco Giffone incominciò a governare a soli 20 anni, fondò l’attuale Chiesa parrocchiale intitolandola a Maria SS. Il duca Giovanni  Riario Sforza (1840-1871) sposa la Duchessa Giulia Milano Franco d’Aragona dei principi di Ardore. L'investitura a conte di Pietro I è tradizionalmente fatta risalire a Federico II, Pontieri (, Giordano è noto soprattutto per una pionieristica opera di, Si noti come Il termine "maniscalco" sia etimologicamente legato alla parola. Ugurgieri" "bandino" Ungaro escudo de armas. Paolo Ruffo comprò dalla regia curia vari diritti per aumentare le sue entrate nella baronia di Anoia: diritto di paese e misure, di esigere una tassa su ciò che nella baronia veniva importato. Insieme a suo fratello Nicola, furono riscritti nel patriziato di Tropea, il 23 gennaio del 1797. Scrivete la vostra, e noi la pubblicheremo. Polistena 25 gennaio 1787. Francia o Di Francia: Trinciato dalla dritta, la superiore rossa e l’inferiore azzurra con la banda d’oro sormontata da un leone dello stesso armato e linguato d’azzurro. Polistena 1794, il 4 del mese di giugno, Don Rocco Guerrisi (fu Don Vincenzo di Maropati e Donna Barbara Barone o Varone ?) , Sala Bolognese 1988 (Palermo 1647-70) ; F.San Martino De Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia,Palermo 1924-40. Trova stemma di famiglia. << Fu fondata da Don Antonio Guarrisi-Guerrisi, il 24 settembre del 1707, il feudatario decise di realizzare questa piccola chiesa, poiché  devoto alla Vergine Santissima dell’Assunta. L'adesione al partito angioino procurò ai vari rami della famiglia Ruffo una grande potenza economica e notevole peso politico. Questa categoria contiene le 21 sottocategorie indicate di seguito, su un totale di 21. Per la fedeltà al Papa ed al partito guelfo, la famiglia fu quasi distrutta prima dagli Svevi e poi dai Durazzo, ma riuscì sempre a sopravvivere ed a ritornare all’antico splendore. Pompeo Scipione Dolfi, Cronologia di famiglie nobili di Bologna, Bologna, 1670. versione su web Ruffo alla fine del 1600, gli avi di Elisabetta  possedevano dal 1556 al 1636 le terre di Anoia (R.C.). del Soccorso, con atto della Curia il 1 Gennaio 1679. D. Antonio Paparatto figlio del detto D. Francesco fu anche sindaco. Renzo de' Vidovich, Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Trieste, 2004. Certamente non può essere presa per prova dell'origine romana, né di un'antichissima conversione al cristianesimo, la vantata "parentela" e la particolare venerazione tributata dalla famiglia a san Rufo martire, terzo vescovo di Capua, vissuto nel I secolo[9]. Naturalmente non tutti i partecipanti al movimento giacobino polistenese erano sostenuti da motivazione identica culturale, tanti avventurieri miravano a ricavare soltanto un eventuale utile personale. Archivio privato di Tocco di Montemiletto. Il widget di testo ti consente di aggiungere testo o elementi HTML a qualsiasi barra laterale presente nel tuo tema. Paolo Paparatto fu sindaco in un’epoca di turbolenze popolari sia a Napoli che in quasi tutto il Regno, non molto tempo dopo fu eletto sindaco Francesco P. senior. Questa categoria comprende famiglie o dinastie (non necessariamente nobili) con interesse storico. Simone da Lentini, vescovo di Siracusa, nella seconda metà del XIII secolo così ne scriveva: «Rufa nobilissima et vetustissima familia, tempore romanae reipublicae magnopere vixit et usque ad meum tempus potentissime vivit». Tuttavia, il primo di cui si hanno notizie storiche certe, ed è quindi considerato come capostipite, fu Grimaldo Canella, nacque probabilmente a Genova verso il 1110 circa, figlio di Ottone Canella nobile (probabilmente originario dai Signori di Vezzano Ligure) patrizio Genovese, che fu poi Console di Genova (1133). Nel 1860 fu sindaco di Polistena Vincenzo Grio, dal 1861-1863 e 1867 e dal 1869-1870. Tutte le famiglie nobili di aversa con stemma di famiglia. Fu dunque lo stesso Francesco a dare il nome al suo casato di Giffone e lo stemma. Antonio Caracciolo muore nel 1389, era figlio di Erico il quale aveva avuto dalla regina Giovanna (1348) la contea di Gerace e la baronia di San Giorgio. B. Rietstap et ses compléments. Fu dunque lo stesso Francesco a dare il nome al suo casato di Giffone e lo stemma. 1) Nicola Taccone Gallucci, volume stampato a Reggio Calabria nel 1906. Gregorio Ruggiero, quando la Chiesa di Cinquefrondi era retta dall’arciprete don Carlo Diego Macedonio con l’assistenza di undici cappellani corali. Francesco Paparatto andò incontro al Cardinale per ossequiarlo e questi, saputo che era il sindaco della Città, lo collocò alla sua destra. Questa categoria contiene le voci di famiglie della Campania Portale Storia di famiglia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Storia di famiglia. Il paese di Giffone venne fondato alla fine del Seicento da Francesco Giffone, marchese di Cinquefrondi. È certamente l'ipotesi più plausibile[11]; infatti, personaggi dal cognome Ruffus, o Rufus si trovano nell'XI e nel XII secolo, cioè nel periodo durante il quale i Ruffo sono per la prima volta storicamente attestati in Calabria, sia in Inghilterra che in Sicilia e nell'Italia meridionale. Il nipote Ruggero Sanseverino , conte di Tricarico, nel 1188 diede un numero considerevole di uomini e cavalieri per la terza crociata e Riccardo Sanseverino (1220-1267), conte di Caserta e vicario imperiale di Federico II. La famiglia avati e la cappella della ss. Partigiani della casa di Angiò, i Ruffo parteciparono successivamente alla congiura dei baroni, pur senza tenervi una parte di rilievo, venendo perciò spodestati dagli aragonesi di buona parte dei loro averi che riottennero solo con la riduzione del Regno di Napoli a vicereame spagnolo. 238) di Rossano, e nell'elenco, nel III volume dell'opera, delle famiglie con feudi, annovera anche i Protospataro, con riferimento alla baronia di Rocca di Neto (P. Fiore da Cropani, “Della Calabria illustrata” , … III, INDICE DELLE FAMIGLIE NOBILI DEL MEDITERRANEO. Pietro II[23] (1230-1310), dopo aver trovato rifugio in Francia con parte della famiglia, si schierò con Carlo I d'Angiò riottenendone l'investitura della contea di Catanzaro[24] come compenso per aver tolto Amantea ai seguaci di Corradino di Svevia (1268), si distinse in seguito nella difesa di Catanzaro (1280-1281) durante la guerra del Vespro. Si stabili nel Regno di Napoli con Francesco Maestro di Campo dell’Esercito dell’Imperatore Carlo V. Dopo il terremoto della Calabria del 1783, il Marchese Vincenzo Avati, con la famiglia Milano decisero di ricostruire Polistena (RC) sulla collina antistante al luogo in cui si ergeva l’antica città. Dottore Domenico Guerrisi e Donna Luisa Lombardi, Manfredo Giffone e lo storico documentario di Tropea del 1954, https://tuttostoria770638580.wordpress.com/2021/03/06/la-chiesa-di-san-girolamo-di-cittanova/?fbclid=IwAR0Nt7U6U5nwf-ohM0zwWu6i7xdhj3JaU-eXFbvsmJhwAc1r259NfgvD6lE, https://vincenzoguerrisi.wordpress.com/2017/09/26/il-nobile-giudice-guerrisi-del-1187/?fbclid=IwAR33aw94pj2NfWdo0PSgWBNOs0toC0yReo5wTgzbsozs1i8sXwBYw6KQz80, https://tuttostoria770638580.wordpress.com/2020/06/02/pietro-guarrisi-e-isabella-vecchie-1687/, La campana del 1635 di patronato della famiglia Guarrisi-Guerrisi. Nel gennaio del 1799, in seguito della costituzione della Repubblica Partenopea, si fronteggiava il partito dei ”Realisti”, i cui aderivano i più colti e sensibili del ceto borghese-aristocratico. Stemmi di Famiglia della Sardegna. in latino di Utroque Jure Doctor  ovvero «dottore nell’uno [civile] e nell’altro [ecclesiastico] diritto», precursore della attuale laura in Giurisprudenza. Convegno 23 marzo sulle Famiglie Nobili di Calabria – I Ruffo di Bagnara Il convegno, promosso dall'On.le Dr. Marco Siclari mira ad approfondire aspetti culturali e storici della Calabria. L’opera viene presentata come un estratto delle famiglie nobili calabresi, pubblicate nella serie aggiornata del Libro d’Oro della Nobiltà Italiana ufficiale. La famiglia discende da Ferdinando De Valencia Capitano Generale, giunto a Reggio Calabria con la battaglia di Seminara   del 1503. Va comunque notato che questa teoria potrebbe coesistere con la precedente, senza escluderla, ipotizzando un'origine normanno-bizantina della famiglia, mercenari vareghi e normanni sono infatti presenti a Costantinopoli fin dal IX secolo[12]. - G.B. A Milano il primo elenco di nobiltà stilato ufficialmente fu la Matricula nobilium familiarum Mediolani di Ottone Visconti, datata al 20 aprile 1377, nella quale vennero però elencate unicamente le famiglie nobili del milanese che aiutarono i Visconti nella loro presa di potere sul comune di Milano, considerate dunque le più fedeli e antiche per nobiltà nella vita futura del ducato. Nel 1768 il Barone Carlo Fonte fu nominò erede del feudo di Fonte la figlia primogenita Giuditta, sposa Francesco Englen. Se i nostri predecessori non avessero operato in tal senso oggi, non saremmo in grado di conoscere le nostre origini. Il figlio Giovanni, Era il ramo di Rosarno dei Paparatti ad essere quello principale, godendo del titolo di Barone e risultando dimorante in questa cittadina almeno dal 1500. Contatti. I discendenti di Guaimaro, signori di Altavilla e Morogallico, Marchesi di Tropea, Polistena, Cinquefrondi e Giffone. Il nobile Don Vincenzo Mileto e Donna Pasqualina Guerrisi. Fl 78-“Historica” fl 30-“La letteratura calabrese” di Antonio Piromalli fl. La famiglia, originaria della città di Valenza, il suo primo antenato era Goffredo vissuto nel 1200 “Baronel del Milan”, dalla cui baronia i suoi discendenti derivarono il cognome Milano. Dottore Domenico Guerrisi e Donna Luisa Lombardo-i, BRUNO GUERRISI E LUISA ZANGARI PROPRIETARI TERRIERI DI POLISTENA-MELICUCCO, Genealogia della famiglia Guarrisi-Guerrisi di Polistena e Melicucco, Lo stemma della famiglia Guerrisi di Polistena-Melicucco del 1779, https://books.google.it/books?id=82RNK4ksmdcC&pg=PP7&hl=it&source=gbs_selected_pages&cad=2#v=onepage&q&f=false, La Chiesa di San Giuseppe del 1730 di Mammola, Il nobile Don Francesco Tigani e Donna Caterina Reggitano, Il nobile Don Francesco Tigani e Donna Caterina Reggitano, Il nobile Dottor Fisico Don Giovanni Tigani e Donna Francesca Guerrisi, del nobile U.J.D. Il primo di cui si hanno notizie è Paolo vissuto a Tropea, iscritta nella nobiltà nel 1497. Il Conte Tommaso Caracciolo nell’ anno 1450, viene condannato a morte e spogliato dei suoi beni, per crimini di ribellione contro il Re Alfonso, che concede a Marino Cureale ‘‘tutti gli stati del Conte, ridelicet Terranova et eius Comitatus cum casalibus Radicena, Jatrinoli etc…. vergine immacolata a polistena. Un probabile discendente di quest’ultimo, ricordato come Ruggero de Gervasio, è nominato da Federico II vallectus camerae nel 1223, nello stesso periodo si ricorda un Serio Ruffo, gran maresciallo del regno, che prese parte alla scorta della salma dell’imperatore a Taranto. L’altare del Santissimo Crocefisso, si trovava nella chiesa Matrice “San Michele Arcangelo” di Cinquefrondi. Ruffo di Calabria conti di Montalto e di Corigliano, Ruffo di Calabria conti di Sinopoli e principi di Scilla. D’Angiò (https://opacplus.bsb-muenchen.de/Vta2/bsb10480339/bsb:BV004905028?page=7). Nel centro della stretta valle si trova l’antico centro abitato di Tocco, costruito sopra un costone isolato ed allungato con il tufo grigio dalle pareti molto scoscese. Lo stesso a pag. Blasene della famiglia Calabresi. In questo senso, un non meglio identificato "Tamusio Tinga"[7] si spinse addirittura oltre, scrivendo che la famiglia aveva avuto principio in Ascanio Silvio, figlio di Enea, e precisamente dal suo terzogenito Rufus[8]. 126–127). Ego qui supra Guerrasius iudex. 182 cita i Protospataro “descendenti da Gerace” tra le famiglie nobili di Castelvetere e (pag. La famiglia si separa  in due linee Tocco di Montemiletto e Tocco di Acaja. Pag. (famiglie nobili calabresi i cui titoli nobiliari e predicati feudali siano stati formalmente riconosciuti dal Regno d'Italia, nonchè dall'attuale Repubblica Italiana, quest'ultima ai sensi del secondo comma della quattordicesima disposizione transitoria e finale della costituzione Repubblicana, per la quale i predicati nobiliari esistenti prima del 28 ottobre 1922 vanno come parte del cognome sulla carta di identità). Gregorio Ruggiero, quando la Chiesa di Cinquefrondi era retta dall’arciprete don Carlo Diego Macedonio con l’assistenza di undici cappellani corali. Fu nel 1785 che iniziarono i lavori per il palazzo Avati con i mattoni provenienti dai paesi vicini di Anoia, Maropati e Galatro. -“Dizionario Storico Blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane” di Giovan Battista di Crollallanza. Suo nipote Guglielmo fu preferito da Roberto d'Angiò al fratello maggiore e insignito per primo del titolo comitale su Sinopoli nel 1333-1334. Questa categoria contiene le voci di famiglie della Calabria Portale Storia di famiglia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Storia di famiglia. Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 14 apr 2021 alle 13:36. (4) La discendenza nobile della casata alla famiglia dei Guelfi o Welfen risale al… Il Marchese Francesco Giffone (1866-1908) sposa a Tropea la Marchesa Maria Cristina Cannata Zerbi. La cappella dello Spirito Santo, fu fondata con atto notarile del 1740 da Don Domenico Guarrisi figlio di  Don Pietro. Nella nuova chiesa erano stati eretti anche gli altari del Santissimo sacramento, del sangue di Cristo, dell’Immacolata Concezione, di San Raffaele Arcangelo, del Crocefisso e della Madonna delle Grazie. L’Archivio della famiglia Tocco di Montemiletto fu depositato nell’Archivio di stato napoletano nel 1949. La Marchesa Giovanna Giffone sposa a Tropea nel 1922 il Generale Riccardo Toraldo di Francia. 4 Sulla famiglia Colonna e sulle altre famiglie nobili cfr.F.Mugnos, Teatro genologico delle famiglie del regno di Sicilia, 3 voll. Battista Giffone suo fratello. Calabresi; Pasquale Rossi; Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea. Segue Giacomo, che sposa, l’8 settembre 1188, Mabilia degli Annibaldi, nobile famiglia di Ceccano. Ma la baronia di Anoia dalla deposizione di Tommaso Caracciolo non fu assegnata al Correale. Sedicesimo conte di Sinopoli, nono principe di Scilla. Il castello è sede del "Civico museo archeologico" e del "Centro per lo studio e la conservazione della civiltà contadina del Poro". Elisa Lombardi) e Il Podestà dal 1935 al 1941 Giuseppe Lombardi (, La prima Guarrisi-Guerrisi che conosciamo con questo cognome che arrivò a Polistena nel 1637 dalla famiglia Guerrisi di Maropati, fu  Elisabetta Guerrisi (dall’archivio parrocchiale della vecchia chiesa di. Alla sua morte gli succede Giovanni il quale nel 1404 si reintegra nella baronia di Anoia (già ricaduta alla corte) ricomprandola da re Ladislao. Tweet. Così detto per distinguerlo da un suo omonimo discendente. I successori furono nel tempo insigniti anche dei titoli di marchesi di Licodia, principi di Palazzolo, duchi di Guardia Lombarda, conti di Nicotera, marchesi di Panaghia, oltreché di feudi e signorie minori. Censi in dinari. Essa fu chiesta come legittima eredità da Maria Caracciolo, moglie di Francesco e figlia di Giorgio: infatti il 24 novembre 1455 Maria era stata investita da re Alfonso della baronia di Anoia, delle terre di Plaesano, del casale di Galatro e del feudo di Borrello (nella baronia si trovavano i casali di Galatro, Feroleto, Plaesano, Maropati, Tritanti ecc.). Altra visita pastorale fu quella effettuata il 15 maggio 1706 dal Can. Fonte: Monografia da Altanum a Polistena territorio degli Itali-Morgeti. La presenza della famiglia Di Fra. %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: All’origine le terre del paese di Giffone apparteneva insieme a S. Giorgio Morgeto, Maropati, Polistena e Cinquefrondi al feudo della famiglia Caracciolo, passando nel 1450, a quella di Correale Conte di Terranova. Gli antichi agiografi di Casa Ruffo, non particolarmente attendibili, ricordavano tra gli altri ascendenti: Sempre in accordo alla tradizione familiare, nel corso dei secoli i Ruffo si sarebbero legati alle dinastie imperiali bizantine degli eracliani, degli isaurici e dei macedoni, che avrebbero loro affidato il governo della Calabria[10]. Famiglia di mercanti genovesi, nel 1636 la Marchesa Giovanna Ruffo vendeva a Giovanni Francesco Paravagna di Genova la terra di Anoia (RC). Vi edificò un nuovo Palazzo dove tuttora abita la famiglia. Nell’ anno 1363: ‘‘Si legge un privilegio della già detta Reina nel qual dice, come ella havea gl’anni à dietro dato il contado di Hieraci ad Erico Caracciolo per molti gran servigi da lui ricevuti, e particolarmente per haverla salvata in Provenza nella guerra che l’havea mosso il Re d’Ungheria’’. La grande fortuna della famiglia iniziò certamente con il conte di Catanzaro, Pietro I[17][18] (m.1257), che fu cortigiano dell'imperatore Federico II e da questi nominato giustiziere, gran maresciallo del regno di Sicilia e balio[19] del figlio Corrado. 10, 31, 55, 56, 80, 99. Nel 1399, perdonatagli una breve defezione a fianco di Luigi II d'Angiò, Ladislao confermerà Niccolò anche come viceré di Calabria, ciò nonostante questi prenderà di nuovo le parti degli Angiò-Valois ribellandosi, ma sul finire del 1404, dopo essersi asserragliato nella città di Crotone, verrà costretto all'esilio in Francia e spodestato di tutti i suoi beni[27]. Nel 1599 un nobile Paparatto di Nicotera partecipa con Fabio Furci alla congiura di Tropea. Discorso della famiglia Giffone de’ marchesi di Cinquefondi con le notizie della sua prima origine, e delle sue discendenze, Napoli editore Giuseppe Roselli 1703, Sindaci di Tropea di questa nobile famiglia, nel 1746 Ottavio Giffone e nel 1794 Luigi. Si ringraziano tutti coloro i quali hanno fornito o vorranno fornire materiale, correzioni, suggerimenti. Il MS. 276 (f. 310) della Biblioteca Angelica di Roma attesta inoltre un Ademaro Ruffo nel 1046. Circa un secolo più tardi figura un Pietro Ruffo, la cui nascita si fa risalire al 1118, creato cardinale da Papa Gelasio II, e si ha notizia di un Gervasio Ruffo, nominato nel 1125 strategoto di Messina[14] ed elevato da Ruggero II di Sicilia nel 1146 al rango di signore di Mizzillicar e Chabucas[15]. ... Il Calabrese, rivista alla quale collaborava Giuseppe. Il luogo è sotto il Dominio del molto illustre D. Iacomo Giffone, di cui vive à lato D. Gio. Famiglie Nobili e Patrizie di Perugia e dell'Umbria. Le interminabili guerre di successione che seguirono, prima tra angioini e durazzeschi e poi tra durazzeschi e aragonesi, videro ancora i Ruffo protagonisti, ma divisi tra i vari contendenti a seconda della convenienza del momento. Il terremoto del 1783 distrusse completamente l’antica chiesa e la sua ricostruzione fu voluta sulle fondazioni dell’edificio precedente. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Twitter. Alfonso Toraldo si stabilì a Tropea alla fine del XIV secolo per eredità ricevuta da Margherita Ruffo e nel 1508 entrò a far parte del Sedile di Tropea. Trovato araldica. L’altare sotto il titolo di Sant’Antonio di Padova di patronato della famiglia Guarrisi-Guerrisi. Circa un secolo più tardi figura un Pietro Ruffo, la cui nascita si fa risalire al 1118, creato cardinale da Papa Gelasio II, e si ha notizia di un Gervasio Ruffo, nominato nel 1125 strategoto di Messina ed elevato da Ruggero II di Sicilia nel 1146 al rango di signore di Mizzillicar e Chabucas. I Milano Franco d’Aragona, Principi di Ardore, Duchi di San Paolo e Marchesi di San Giorgio e di Polistena (1388 –1880), amministratori illuminati di un vasto territorio che si affacciava sia sul Mar Tirreno che sul Mar Ionio, alla fine del XIX sec. l’origine  della cittadina di Casalnuovo (Cittanova R.C. tip. Assunta di Maropati, poi distrutta dal terremoto del 1783. passa a Don Francesco Tigani e Donna Caterina Reggitano, genitori del Dottor Fisico Don Giovanni che sposa Donna Francesca Guerrisi. Polistena 14 Gennaio 1832, Donna Francesca Guerrisi (fu Guerrisi Don Francesco Antonio e Magnifica Aurora Curciarello) sposa Dottor Fisico Don Giovanni Tigani (fu Francesco e Donna Caterina Reggitano). All’inizio del 1783 Casalnuovo contava 5.590 abitanti. La famiglia Guarrise-Guarrisi-Guerrisi risulta dimorare nel paese di Maropati (R.C.) Nominato vicario in Sicilia e Calabria da Corrado IV, venne riconfermato in questi incarichi da Corradino, ma schieratosi apertamente contro Manfredi fu privato di tutti i suoi beni e costretto all'esilio, morendo assassinato dai partigiani dell'Hohenstaufen a Terracina. Giovanni Spina sposa Donna Elisabetta Lidonnici, figlio Antonio Nicodemo, le sue sculture si trovano nelle chiese di Mammola. La famiglia all’inizio del XVI secolo si diramò in due linee con Paolo e Ferrante, i due fratelli fondarono le linee calabresi e siculi, notizie del casato si trovano nei tomi di Franz Von Lobstein ”Settecento Calabrese”. Don Domenico Guerrisi e Donna Luisa Lombardi) sposa  Magnifica Aurora Curciarello (fu notaio Don Michelangelo e Magnifica Costanza Corica). Famiglia Avati Famiglia di origine Spagnola, nel 1595 ebbe da Re Filippo II° il titolo di Marchese. Le origini. Genealogie delle famiglie nobili del Mediterraneo [Mare Nostrum] RINGRAZIAMENTI. Categoria:Famiglie calabresi. Seguici su facebook. Nel 1548 il Conte vende le terre di Cinquefrondi e i suoi casali al Marchese Vincislao Giffone, che dopo la sua morte passarono a Fabrizio Giffone (1583), ed in seguito al figlio. Famiglia Ruffo di Calabria Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. Il Sacerdote don Antonio Guarrisi, come sostentamento della chiesa dell’Assunzione, assegna in dotazione un podere di dodici tumulati, con alberi di querce e ulivo, nel paese di Feroleto della Chiesa, di valore di circa trecento ducati >>. si unirono, per matrimonio, con la famiglia Riario Sforza. Modifica ), Mandami una notifica per nuovi articoli via e-mail. E’ un registro dalla periodicità annuale, genealogico, anagrafico ed araldico sulle famiglie nobili regionali fiorenti ed estinte. - Erasmo Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due Sicilie”, Napoli, 1839. La presenza presso la corte imperiale di Bisanzio di personalità di rilievo, consoli e generali, dal cognome Rufus è però storicamente attestata. sposa Claudia Di Tocco nobile di Montemiletto. Da non confondere con l'omonimo poeta contemporaneo di Pietro I. Covella, cugina della regina Giovanna II che la teneva «cara quanto una figlia» (Fiore, Altrimenti noto come Folco o Fulcone, figlio di Ruggero, uno dei figli di Pietro I oppure nipote. All’origine le terre del paese di Giffone apparteneva insieme a S. Giorgio Morgeto, Maropati, Polistena e Cinquefrondi al feudo della famiglia Caracciolo, passando nel 1450, a quella di Correale Conte di Terranova. Jump to navigation Jump to search. Paolo Paparatto fu sindaco in un’epoca di turbolenze popolari sia a Napoli che in quasi tutto il Regno, non molto tempo dopo fu eletto sindaco Francesco P. senior. (1) Werinus o Guarnarius-Guerrasius, sposa Adelinde nel 750(2) figlia di Ildeprando Duca di Spoleto,(3) entrambi sono i fondatori del monastero di Buchau nel 770. La famiglia Fonte di Castelvetere, baroni di Catonizza, Lizzarà e Fonte. Sottocategorie. o U.I.D. una tra le più illustri famiglie nobili calabresi. Figlia di Don Francesco Antonio e nipote di Donna Pasqualina, era Donna Francesca Guerrisi. del Soccorso, con atto della Curia il 1 Gennaio 1679. Nei documenti del 1729, la cappella dello Spirito Santo eretta e fondata nella chiesa di Santa Lucia. Guaimaro (Jefuno), da lui discende la nobile casata dei Marchesi Giffone. Matrimonio della nobile Cannata Cristina di Polistena con il Marchese Francesco Giffone di Tropea anno 1895. Per contattarci: E-Mail. I cronachisti narravano che i Ruffo e i Giuliani, sarebbero stati signori di vasti territori, tanto che circa il Mille "l'imperador di Costantinopoli, con esso loro collegatosi, ricuperò la Puglia e la Calabria". Nell’anno 1832, un ulteriore documento attesta che l’altare è stata trasferita nella chiesa Matrice di San Giorgio Martire poi di diritto delle famiglie Ciurleo e Jaconis. Secondo questa suggestiva quanto fantasiosa ipotesi, basata esclusivamente sull'assonanza del nome e che rivendicava nientemeno che la parentela con Silla, i Ruffo sarebbero discesi dalla Gens Cornelia, e, in particolare, da un loro ramo, quello consolare dei Rufi, il cui capostipite eponimo sarebbe stato quel Cornelio Rufo che secondo i libri Sibillini propose l'istituzione dei ludi apollinares[6]. Simone da Lentini, vescovo di Siracusa, nella seconda metà del XIII secolo così ne scriveva: «Rufa nobilissima et vetustissima familia, tempore romanae reipublicae magnopere vixit et usque ad meum tempus potentissime vivit»[4]. Ubertini family crest. La famiglia Guerrisi risulta dimorare nel paese di Polistena-Melicucco (R.C.) Lui era figlio di Fulco Francesco di Paola, lei era figlia di Eleonora Margherita. Nel 1548 il Conte vende le terre di Cinquefrondi e i suoi casali al Marchese Vincislao Giffone, che dopo la sua morte passarono a Fabrizio Giffone (1583), ed in seguito al figlio Giacomo. Nel Settecento con l'introduzione del catasto onciario e i primi tentativi di eversione della feudalità da parte di Carlo di Borbone, il patrimonio dei Ruffo subirà un forte ridimensionamento. Ferdinando De Valencia si sposò a Stilo, città con sedile nobile, vi procreò Antonino. Successivamente Umberto sposerà la cugina Isabella dei Marchesi Torrigiani e dei Principi di Scilla acquisendone, maritali nomine, i titoli e riacquistando alla linea primogenita quello dei principi di Scilla[39]; i due ebbero un solo figlio maschio, Francesco di Paola (1907-1975), che non ebbe discendenza maschile, alla sua morte quindi la linea primogenita passò a Fabrizio Beniamino[40] (1922-2005), in capo al quale si riunirono i titoli familiari che da lui furono trasmessi al figlio Fulco[41]. Puoi usare un widget di testo per visualizzare testo, link, immagini, elementi HTML o una combinazioni di tutti questi. amministrata dal segretario Biagio Zirilli Nel 1558 l’ultima componente di questa famiglia Lisella (o Luisella) de’ Medici sposò Giovambattista di Francia di Monteleone.

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